lunedì 5 aprile 2010

ozii (fecondi) pasquali_1

uno dei vantaggi di avere un picciol numero di parenti, e di averli lontani, è che si può decidere di trascorrere i periodi di festa seguendo l'uzzolo del momento. così è capitato che, dal venerdì santo a oggi, in casa di chi scrive sia stata totale anarchia di attività e relativi orari. certo, c'è stato un pranzo di pasqua, con relative uova e pecorelle di marzapane – meglio sarebbe dire una merenda di pasqua, ché i ritmi sonno-veglia, in assenza di casa editrice per chi scrive e scuola per l'adolescentina, risultano intrecciati, capovolti, sovvertiti, ignorati, forzati fino all'ultima pagina del libro che ci piace, in piena notte. trionfa il multimediale totale: libri, computer, cd player, radio e televisione (quasi sempre separati, ma capita di intorcinarsi sul divano col piede sinistro sotto la coscia destra, il libro di turno e un discreto cinguettio radiofonico di sottofondo). e in questi giorni in cui tutto è consentito, in un carnevale tardivo più pagano che mai, i canali più in auge sono deejay tv e mtv: dove si scopre che nei videoclip di due giovani mascalzoni – dizzee rascal, quello in alto con i medi in su e il collanone di ordinanza, e adam lambert, finalista di "american idol" – si vedono libri. nel video del primo, Dirtee Cash, immerso in un'atmosfera tra un sabba multigender e la notte di halloween, sono inquadrati mentre vengono posti al rogo rispettivamente Il capitale in lingua originale, The Complete Works of William Shakespeare, la Bibbia, lo spartito di Jerusalem, inno ufficioso d'inghilterra con testo di william blake. devo aggiungere che "rascal" è parola risalente al XV secolo assai fascinosa. adam lambert, invece, nel suo Wataya Want from Me, si dispera in una grande casa lungo la quale la telecamera lo segue e spesso lo inquadra sullo sfondo di una grande, apparentemente ben fornita libreria.

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