venerdì 9 aprile 2010

correspondances

oggi, sul tram numero due, ricco bottino di lettrici (filoscandinave e filovampire) e una corrispondenza (anzi, correspondance: il 9 aprile è il compleanno di baudelaire). in senso orario, le bibliopasseggere leggono L'ipnotista di Lars Kepler; La regina dei castelli di carta, di Stieg Larsson; Eclipse, di Stephenie Meyer (ma cosa ci fa quella rispettabile signora in blazer, in basso a sinistra, con quel librone per adolescenti licantropi?). la signora in basso a destra legge Gli amanti, di John Connolly: le corrisponde il signore appoggiato al palo, in viale piave – un addetto dell'atm in attesa di salire su un tram: davanti c'è la fermata del 23, del 9, del 29/30. il fatto che entrambi fossero rapiti da quelle quattrocento pagine mi ha indotta a una ricerchina. e ho scoperto che il detective delle storie di connolly si chiama charlie "bird" parker, e che condivide con il sassofonista di Kansas City un passato oscuro e un presente maledetto. e a proposito di maledetti, sentiamo charlie baudelaire nel suo petit poème en prose numero XXIII, La solitude: "Un gazzettiere filantropo mi dice che la solitudine è cattiva per l'uomo e a sostegno della sua tesi, cita, come tutti gli increduli, parole dei Padri della Chiesa.
Io so che il Demonio frequenta volentieri i luoghi aridi e che lo Spirito del delitto e della lubricità s'infiamma meravigliosamente nelle solitudini. ... E' certo che un chiacchierone, il cui supremo piacere consiste nel parlare dall'alto d'una cattedra o d'una tribuna, rischierebbe assai di diventare pazzo furioso nell'isola di Robinson. Io non esigo dal mio gazzettiere le coraggiose virtù di Crusoe, ma domando che non emetta sentenze d'accusa contro gl'innamorati della solitudine e del mistero. Ci sono, nelle nostre razze cicalanti, individui i quali accetterebbero con minor repugnanza il supplizio supremo, se si permettesse loro di fare dall'alto del patibolo una copiosa arringa ... Non li compiango, poiché intuisco che le effusioni oratorie procurano loro voluttà eguali a quelle che altri trae dal silenzio o dal raccoglimento; ma li disprezzo. ... 'Gran disgrazia, non poter essere solo!', scrive, non so dove, La Bruyère, come per svergognare tutti coloro che corrono a dimenticare sé stessi nella folla, temendo indubbiamente di non potersi tollerare".

Charles Baudelaire, I fiori del male - Poemetti in prosa, Unione Tipografico-Editrice Torinese (già Ditta Pomba). Stampato in Italia, a Torino, presso la Tipografia Cane & Durando, piazza Campanella 23/139, nel 1963. Volume venduto a chi scrive per 30 lire, qualche decennio fa, nel corso delle periodiche svendite di libri organizzate in casa propria da Antonio Falconi, insigne bibliofilo tarantino e iniziatore della di chi scrive bibliotechina domestica.

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