sabato 27 settembre 2008

il pericolo è il mio mestiere – giornalisti di la7 sul piede di guerra – minchione, dove sei?




no, dico, ho rischiato di passare la notte in gattabuia. i fatti: ero al dìperdì di via moscova che sceglievo un prosecco perché domani si festeggia, in attesa che l’altra parte della mia famiglia mi raggiungesse. e quindi giravo lieta per il super, con ali campbell nell’ipod, come una qualsiasi diva in incognito.
non avevo notato subito quella famiglia (canonica: lui, lei, figlio di circa cinque anni). a un certo punto lo vedo, ammiccante dal banco frutta: è un cartello che annuncia uno sconto sulle banane, che desidero fotografare per la mia collezione di cretinate. così faccio, ma nel mentre una signora si insinua tra me e le banane lanciandomi uno sguardo strano. mi accorgo distrattamente che era la mamma della famigliola, ma in quel momento ali mi sta dicendo che non troverò mai un’altra ragazza (oltre a me) nel suo cuore, e figurati se mi mentirebbe, così mi concentro sulla musica e gli credo. arrivata al latte, la stessa signora si frappone tra me e ali chiedendomi se fossi sicura di non averla fotografata. io le rispondo che no, nel caso le avrei chiesto il permesso, ma in realtà ero interessata al cartello degli sconti sulle banane (ma perché lo vuole sapere? e perché avrei dovuto fotografarla, se manco stava leggendo?). individuato il prosecco, prendo, pago, vado via e mi metto ad aspettare la mia figliola. sono di fronte al dìperdì, in via moscova 25, e non ho il minimo sospetto su quello che accadrà di lì a poco. la famigliola al completo si ri-palesa, sacchetti della spesa e tutto, e ricomincia a indagare sulle banane. io un po’ mi preoccupo, perché proprio sani di mente non mi paiono, però cerco di rassicurarli, ripeto loro la storia delle banane ma loro proprio non si convincono. a questo punto ci vuole un po’ di discorso diretto:

aa: “ho fotografato solo il cartello con l’indicazione dello sconto!”

moglie: “è sicura di non aver fotografato me?”

marito: “è sicuro di non aver fotografato mia moglie?”

aa (tra sé e sé): “ma chi saranno questi due? sono forse due celebrities e io non me ne sono accorta e loro pensano che volessi paparazzarli per vendere l’esclusiva a ‘chi’?”

aa: “sicurissima, state tranquilli.”

marito (con voce in ascesa, tendente allo stridulo): “non si può fotografare nulla nei supermercati … privacy… mia moglie… mi faccia vedere il cellulare!”

moglie: “ci faccia vedere il cellulare!”

aa: “non se ne parla nemmeno” (senza punto esclamativo)

marito: “sono un giornalista della 7!”

moglie (non dice nulla, ma vorrebbe dire “mio marito è un giornalista della 7!”)

marito: “mi faccia vedere il cellulare o vado dai carabinieri!”

effettivamente la caserma è vicinissima.

aa: “si accomodi pure.”

marito: “io vado dai carabinieri, lei vada a cagare!”

purtroppo ha detto proprio così, “cagare” con la g. non ha detto “cacare” alla toscana. sono lontani i tempi in cui montanelli poteva pronunciare la parola “minchione” senza che la sua classe ne risultasse minimamente intaccata.

loro sono andati dai carabinieri. io ho aspettato un pochino sul marciapiede, ma la volante non è arrivata. in compenso è arrivata mia figlia. allora sono salita sulla lussuosissima auto blu del mio amico salvatore, che si era gentilmente offerto di accompagnarci a casa. ci aspettavamo qualcosa di eccitante, non so, un inseguimento all’ultimo sangue col giornalista sul sedile posteriore della volante che incitava i militari, mentre i surgelati si scioglievano e il ghiaccio formava una pozzetta sul tappetino della macchina di stato. macché.
che lei-non-sa-chi-sono-io facesse parte di quel quasi quarto di giornalisti la7 licenziati? mi sembrava davvero teso. d’altra parte, se fosse in piena attività, sarebbe stato in quel supermercatino, con quella piccola moglie con gli occhi sbarrati, con quel povero bambino che ha assistito muto all’intemperanza del sovreccitato genitore? che il signore si sia offeso perché non ho capito subito che era un giornalista della 7? ma chi si crede di essere, alain elkann?
io sono a disposizione della giustizia. nel caso i carabinieri volessero ricostruire la mia azione criminosa e si avvalessero della registrazione della telecamera, mi auguro che mi abbiano ripresa dal mio lato migliore. se proprio dovrò comparire su “chi”.

l'immagine incriminata è quella che pubblico. non posseggo un supermercato, pertanto lungi da me l'aver fotografato per scopi di spionaggio industriale.
la foto della volante l'ho tratta da un qualche sito. non è caratterizzante né particolarmente artistica, dunque credo di poter ragionevolmente supporre che per questa volta non sarò denunciata.

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