mercoledì 7 maggio 2008

visto, si aspetti! the bernard show



un libro di piacevolissima lettura, mestieri di scrittori di daria galateria (sellerio, 2007), è deturpato da una enorme quantità di refusi; l’attenzione del lettore è continuamente sviata da una serie di inciampi assai fastidiosi.
un breve florilegio:

- p. 14, non ci si può occuparsi
- p. 20, shopenauer
- p. 82, betrand russell
- p. 98, bernard show (questo, lo ammetto, godibile)
- p. 147 orson wells
eccetera eccetera

i correttori di bozze rendono più di quello che costano: editori, usateli.

il libro, comunque, ci racconta anche che uno dei primi incarichi di marguerite duras fu quello di “ausiliaria al comitato di propaganda della banana francese”; che colette ideò e commercializzò prodotti di bellezza col suo nome; che dashiell hammett fu anche un quotato pubblicitario e che, finito in carcere durante il periodo della caccia alle streghe, ebbe il compito di pulire i bagni della prigione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"[…] se un libro è carico di errori di stampa, o composto con caratteri illeggibili, o difficile da trovare, la trasparenza che permette il contatto diretto con le idee dell'autore si annulla. Come l'illusione teatrale può fallire miseramente per colpa di un cattivo regista, così la magia del libro svanisce se una delle componenti del lavoro editoriale è scadente. E, all'inverso, come una buona regia porta alla riuscita dello spettacolo senza che il pubblico si accorga che una regia esiste, così l'approdo ideale del lavoro editoriale è la trasparenza. Il lavoro editoriale opera per passare inavvertito agli occhi dei lettori, pur essendo – anzi, proprio perché è – onnipresente".
Dario Moretti, cit. in Il libro: avvertenze per l'uso, a cura di Maurizio Accardi, Palermo 2006